Le comete sono conosciute fin dai tempi più antichi e da sempre hanno sucitato timori ed inquietudini.
Le improvvise apparizioni e le loro code fiammeggianti venivano ritenute foriere di guerre e carestie.
Già gli astronomi del Rinascimento intuirono la loro notevole lontananza, visto che si proiettavano nello stesso
punto della sfera stellata pur osservate da diversi punti della Terra, ma i loro movimenti rimasero a lungo sconosciuti.
I primi importanti risultati furono ottenuti da Edmund Halley che, dopo aver scoperto l'omonima cometa nel 1682,
riuscì a calcolarne il periodo orbitale ed a predire con successo il suo successivo passaggio nel 1758.
Le code delle comete possono raggiungere dimensioni grandissime. Quella della cometa di Halley, al suo passaggio
del 1910, raggiunse i 32 milioni di chilometri, circa un quinto della distanza Terra-Sole. Si tratta però di oggetti
estremamente rarefatti, tanto che la Terra passò attraverso la coda della cometa senza alcuna avvertibile conseguenza.
Il ritorno nelle vicinanze della Terra della cometa di Halley, avvenuto nel 1986 dopo 76 anni di attesa, fece nascere
diversi progetti per la sua esplorazione, cui contribuirono Stati Uniti, Unione Sovietica, Europa e Giappone.
Una prima importante ricognizione fu fatta dalle due sonde sovietiche Vega, la cui qualità delle immagini però non
fu molto buona. Le sonde giapponesi, invece, si occuparono più che altro dello studio della iterazione tra la
ionosfera della cometa ed il vento solare.
La missione più rischiosa e ricca di risultati fu quella della sonda europea Giotto che riuscì ad avvicinarsi a meno
di 600 chilometri dal nucleo della cometa ed attraversò la sua chioma ribollente inviando importanti immagini ed analisi.
Una cometa è un corpo celeste con una testa ricoperta da una struttura che assomiglia ad una chioma e una lunga coda
che resta visibile per un tempo limitato. La parte centrale della testa si chiama nucleo che, come confermato dalle
analisi della sonda europea Giotto, è un corpo solido di forma irregolare composto di ghiaccio, silicati ed altre
sostanze organiche volatili. Quando il nucleo si avvicina al perielio, sotto l'azione della pressione esercitata
dalla radiazione solare, le polveri danno origine alla coda.
Le comete vengono classificate in base al loro periodo di rivoluzione, che varia dai 3 anni sino anche ai 1000 anni.
Alcune comete, inoltre, anzichè avere una orbita ellittica, percorrono orbite paraboliche o iperboliche, cioè aperte,
quindi dopo il passaggio al perielio scompaiono nello spazio interstellare.
Le comete con basso periodo di rivoluzione hanno anche una vita media molto bassa, paragonata all'età del
Sistema Solare, in quanto ad ogni passaggio il nucleo si assottiglia perdendo particelle ed il fenomeno si
esaurisce in qualche migliaio d'anni.
Per quanto riguarda la coda delle comete è bene precisare che si tratta in realtà di due code di composizione ed
evoluzione nettamente diverse: la coda di polveri e quella di gas ionizzato o plasma.
La coda di polveri è formata da una nube rarefatta di particelle solide espulse dal gas che vaporizza. La coda
di plasma, invece, è formata da atomi che hanno perso uno o più elettroni ed elettroni liberi, nell'insieme
elettricamente neutro in quanto le cariche positive e negative si eguagliano, ed è il risultato della iterazione
della cometa con il vento solare.
Le comete sono resti della nebulosa primordiale; quelle a breve periodo si trovano nella fascia di Kuiper,
poco oltre l'orbita di Nettuno, mentre quelle a lungo periodo hanno origine dalla nube di Oort, la
quale non è osservabile, ma ma la sua presenza è sostenibile da vari calcoli ed argomentazioni.