Ho visitato l'Expo sabato 10 ottobre. E' da mesi che coltivavo l'idea di fare un salto, ma prima, per vari motivi,
non ci sono mai riuscito.
Purtroppo, come ormai sapevo sia dalle notizie ufficiali che dai miei amici andati pochi giorni prima, visto che
ci avviamo verso la chiusura della manifestazione, l'affluenza è notevolmente aumentata e le code per entrare nei
padiglioni sfiorano ormai l'inverosimile.
Sono rimasto davvero ben impressionato dalla efficienza ed ottima organizzazione in generale: dagli ampi parcheggi per
i pullmann ai tantissimi sportelli di ingresso, ove c'è giustamente il controllo col metal detector, sino alla struttora
stessa dell'Expo, con la distribuzione dei padiglioni e dei tantissimi servizi necessari, il tutto davvero adatto a
gestire nel modo migliore possibile un grande afflusso di visitatori. All'ingresso vi consegnano anche una comoda mappa
per districarvi tra i vari padiglioni, in modo da non perdere la bussola.
I punti deboli, se così possiamo definirli, sono all'interno delle strutture: in molti padiglioni, ad esempio, non è
tanto l'elevato numero di visitatori a far lievitare le code, quanto l'inefficienza. Sono quelli dove è previsto un
passaggio obbligato, magari con filmati e presentazioni, a congelare l'afflusso. Negli altri, pur essendoci delle code
di attesa, esse sono molto scorrevoli.
Altra cosa davvero discutibile è la decisione di molti punti di ristoro di non fare orario continuato, ma aprire
la cucina solo alla sera, dopo le 17:00 o anche dopo le 18:30. Così si fanno inevitabili code, purtroppo, anche per
mangiare. Non dico che gli adetti debbano fare orari di lavoro impensabili, ma i turni di avvicendamento li hanno
inventati secoli fa, forse non in tutti i paesi del mondo...
Io sono abituato a manifestazioni con grande partecipazione di gente e con lunghe code di attesa, per cui non ho avuto
problemi di adattamento. Trattandosi di una breve visita giornaliera avevo già deciso in anticipo di cercare di evitare
le code più assurde ed accontentarmi di visitare qualche padiglione secondario e, specialmente, dare una occhiata a
tutta l'area espositiva.
Posso dire con certezza: missione compiuta! Sono partito in quarta e, facendo migliaia di passi, ho percorso l'intero
viale Decumano, lungo circa 1500 metri, due volte in entrambi i sensi, dal padiglione zero dell'ingresso ovest sino
alla collina mediterranea dell'ingresso est, ed almeno una volta per intero tutti i 32 viali che lo attraversano!
Nell'ottica di evitare le lunghe code, con piccole attese da 0 a 15 minuti circa, sono comunque riuscito a dare una
breve occhiata a tutti i cluster, ognuno con piccole presentazioni di 5 o 6 paesi raggruppati per temi ed alimenti comuni,
a varie aree tematiche, piazza bio-diversità, collina mediterranea, cascina Triulza ed albero della vita, oltre ai
padiglioni di Stati Uniti, Bahrain, Rep. Ceca, Estonia e, a parer mio il migliore fra quelli che ho visto, Turkmenistan.
Devo dire la verità, su consiglio di altri che già ci erano stati, mi sono portato diversi panini per pranzo e cena,
per evitare troppe code inutili anche per mangiare. Ma ero deciso ad assaggiare l'hamburger di Coccodrillo dello
Zimbabwe, nel cluster di Cereali e tuberi.
Ho dovuto rinunciare in quanto ho avuto 3 delusioni: sono andato subito al dunque e la prima delusione è stata scoprire
il cartello "Oggi niente Coccodrillo; solo Dromedario o Zebra"; va beh, pazienza, provo il dromedario; erano le 15 e la
seconda delusione è stata quella di scoprire che l'orario di apertura della cucina era alle 17; va beh, ho fatto qualche
migliaio di passi e sono tornato alle 17:30; come terza delusione ho trovato, dove prima c'era nessuno, una coda in attesa
per mangiare che faceva il giro intero del padiglione...e sono andato in Mauritania (nel cluster delle zone aride) a
mangiare degli involtini e verdure...
Ma nel complesso, ripeto, è stata una esperienza davvero positiva. Se avete intenzione di andarci non perdetevi di coraggio
e non criticate troppo le code: quando la partecipazione dei visitatori è così massiccia non è possibile evitarle. Ve lo
dice uno che è già andato sette volte all'Oktoberfest, dove la situazione è ancora più critica: conosco gente che non
è ancora mai riuscita ad entrare in uno stand e si è dovuto accontentare di bere una birra all'esterno...