Al tempo dell'impero romano, esisteva a Falicetto un Teloneo, ovvero una stazione della gabella dove gli abitanti delle
vallate venivano a pagare i contributi.
Nel medioevo ritroviamo tale edificio, mutato il suo compito originale, come ricovero ed
ospedale. Annesso a tale hospicium venne edificata, al sorgere dell'anno mille, una chiesetta che fu dedicata a San
Martino.
Il terreno su cui si edificavano ospedale e chiesa apparteneva in origine alle monache di Caramagna. Col passare dei secoli,
l'amministrazione e la proprietà del terreno e dei relativi locali fu più volte contesa e passata di mano. Dopo un breve
protettorato dell'abbazia di Staffarda, finì sotto la giurisdizione del Priore di Falicetto ed alla fine del sedicesimo secolo
sotto il patronato dei Cavassa.
Le liti col comune furono diverse, nel 1553 la causa arrivò persino alla corte di Grenoble, in Francia, dalla quale allora
dipendeva il marchesato di Saluzzo. L'accordo definitivo col comune fu raggiunto soltanto nel 1621, ma la chiesetta aveva ormai
iniziato a deteriorarsi e venne a poco a poco abbandonata.
La troviamo ancora citata nel catasto comunale del 1703. In seguito venne completamente abbandonata ed oggi di essa a malapena
la tradizione popolare ha conservato ricordo del sito ove sorgeva, nel quale sono ancora visibili i resti di antichi muri
sbrecciati.