"A quelli dy la casa deli gentilhomini de Verzolio erano potenty e teniamo una parte de Verzolio de Faliceto de Solere Villa e per la
valle de varayta cose assay da uno termine certo chiamato pietra eschiglanda per insino al colle de lo agnelo qual termine ce
ancora et qual termine he una certa rocha o saxo fra el Piasco et Venasca presso al camino".
Così scriveva nella seconda metà del 1400 il
cronista Gioffredo della Chiesa, riguardo ai signori di Verzuolo. Balza evidente, da quanto letto, l'importanza che in quei
lontani tempi dovevano avere quei signori di cui facevano parte pure i signori di Falicetto e di Monte Rossetto, che altro non
erano che ramificazioni dello stesso ceppo familiare.
Questi signori, secondo i più recenti studi, ebbero discendenza da
Alineo visconte di Auriate, vivente nell'890, e furono uno dei tanti rami in cui si diversificò la discendenza di quel casato,
che dal capostipite prese il nome di Alinea.
Al nome di questi signori sono legate donazioni
di terre e di denari a chiese ed a istituzioni religiose. In particolar modo ad essi si deve la donazione di più di
quattrocento giornate di terra in regione Pomarolo alla abbazia di Staffarda, terreni che vennero a costituire una delle
più ricche grangie di tale consesso religioso.
Tuttavia già dai primi anni del 1200 ai signori di Verzuolo
subentrarono i signori di Saluzzo, acquistando con denaro ciò che gli altri tenevano in allodio e conquistando con
la forza il resto, sottomisero in breve i signori locali. Già alla fine del 1200 la storia di Falicetto è legata a quella del
marchesato di Saluzzo, di cui seguì le alterne sorti sino al 1549.
In tale anno passò al diretto dominio del regno
di Francia e vi rimase fino al 1588, anno in cui il duca di Savoia Carlo Emanuele I° lo annesse con la forza al resto del
Piemonte. Al duca di Savoia venne confermato con il trattato di Lione del 1601 e da tale anno il marchesato di Saluzzo seguì
definitivamente le sorti del Piemonte prima, e poi dell'Italia tutta.