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Il monaco prigioniero

(Recensione Libro)





Autore   Peters Ellis

Genere   Gialli / Polizieschi

Pagine   227

Zoom copertina Il monaco prigioniero


Trama
Nell'estate del 1144, una quiete singolare aleggia sull'Inghilterra, giacchè, per stanchezza o per tattica, gli scontri tra le armate di re Stefano e della regina Maud, i due contendenti al trono, sono ormai pochi e poco convinti. Tuttavia Cadfael, che pure apprezza quella pace, ne è quasi dispiaciuto, convinto che un certo scompiglio non sia necessariamente dannoso, anzi possa creare un piacevole contrappunto alla placida vita monastica.
Ed ecco che, del tutto inatteso, giunge all'abbazia fratello Mark, un giovane benedettino che ben conosce e stima. Divenuto diacono del vescovo di una città vicina, Mark ha ricevuto l'importante incarico di portare una lettera ed un dono al vescovo di Llanelly, nel lontano estremo sud del Galles. Un viaggio lungo e disagevole per il quale Mark ha bisogno di un compagno che possa fargli da interprete e da guida, compito adattissimo a fratello Cadfael, gallese d'origine.
Cadfael accetta di slancio. Nè lui nè Mark, però, sospettano che i veri pericoli del viaggio si nascondono non sui sentieri incassati nella boscaglia o lungo le strisce di sabbia lambite dall'oceano, bensì in un gruppo di feroci mercenari provenienti dalla Danimarca e assoldati da Cadwaladr, un principe gallese deciso a riprendersi la terra che il fratello Owain gli ha sottratto…


Estratto
Avevano lasciato la porta aperta per godere dell'ultima luce e, a un tratto, apparve sulla soglia una fanciulla con una brocca dentro una bacinella. Una ragazza alta e vigorosa, con una lunga treccia di lucenti capelli neri su una spalla e riccioli sulle tempie che danzavano nel lieve alito di vento. Una gioia per gli occhi, pensò Cadfael.
Lei entrò, facendo la debita riverenza, e tenne gli occhi bassi mentre li serviva, versando l'acqua, slacciando loro i sandali, con un garbo che la faceva apparire non una serva, ma una premurosa padrona di casa, in una posizione così sicura da potersi abbassare a servire senza sminuirsi.
Il tocco delle sue mani sulle caviglie fece salire al viso di Mark una vampata di rossore e, per malaugurata combinazione, proprio in quel momento lei alzò gli occhi a guardarlo e si rese conto del suo sconcerto. Le venne da ridere, ma si trattenne, pensando che lo avrebbe imbarazzato ancora di più e le sarebbe dispiaciuto, perchè provava già un'istintiva simpatia per quel fraticello dall'aria così innocente e vulnerabile…

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