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il Natale di Poirot

(Recensione Libro)





Autore   Christie Agatha

Genere   Gialli / Polizieschi

Pagine   130

Zoom copertina il Natale di Poirot


Trama
Il signor Lee, anziano e burbero ricco possidente inglese, dopo una gioventù avventurosa passata in Sud Africa, dove ha fatto la fortuna con i diamanti, ritornato in patria diventa molto ricco grazie ad una serie di investimenti e speculazioni al limite della legge. Il suo stile di vita non è di certo stato impeccabile, e oltre ad alcuni figli legittimi pare che ne abbia anche diversi illegittimi e non riconosciuti.
Da anni, comunque, la sua vecchiaia lo relega nella sua casa, ove vivono, oltre ad un discreto numero di personale, suo figlio Alfred e la moglie. Quest'anno il vecchio sembra voglia passare un Natale diverso dal solito, come se volesse riappacificarsi con la famiglia, tanto che ha invitato tutti i figli con le loro mogli, oltre all'unica nipote.
La strana compagnia si riunisce e pare subito chiaro che le intenzioni del signor Lee sono tutt'altro che pacifiche: è un po' come se si divertisse a riunire quelle persone, molte delle quali faticano a sopportarsi, per incitarle a litigare.
Sta di fatto che il vecchio, proprio la vigilia di Natale, viene brutalmente assassinato. Poirot viene chiamato ad investigare. In breve tempo egli, grazie al suo intuito bestiale, riesce a scoprire tutti i piccoli segreti che, come sempre, ognuno teneva nascosto, sino a scoprire il vero autore del delitto, assolutamente insospettabile.


Estratto
Poirot scosse la testa: "No, non siete stata voi. E' stato suo figlio".
"Giuro su Dio di non averlo mai neppure toccato!" - insorse Stephen.
"Non voi. Un altro".
Harry non riuscì a trattenersi - "Ma che diavolo...".
George lo guardò ammutolito. David si portò una mano sugli occhi. Alfred sbattè le palpebre.
Poirot disse: - "La prima volta che sono venuto qui, la sera del delitto, ho visto un fantasma. Il fantasma del morto. Poi, quando ho visto Harry Lee, sono rimasto sconcertato perchè mi pareva di averlo già veduto. Osservando bene i suoi lineamenti mi sono accorto di quanto assomigliasse al padre e mi sono detto che era stata questa somiglianza a crearmi quell'impressione di deja vu".
"Ma ieri un uomo seduto davanti a me si è messo a ridere gettando all'indietro la testa, e ho finalmente capito che cosa era che mi aveva fatto venire in mente Harry Lee. E, una volta ancora, ho rivisto su un altro uomo le fattezze del defunto".
"Nessuna meraviglia che il povero vecchio Tresillian si sentisse confuso dopo aver aperto la porta non a due, ma addirittura a tre persone che si rassomigliavano tanto. Nessuna meraviglia che scambiasse fra di loro tre uomini che, anche a breve distanza, potevano essere confusi l'uno con l'altro. Stessa corporatura, stessi gesti, stessa abitudine di ridere gettando la testa all'indietro, stesso naso pronunciato. Ma una somiglianza non facile da scoprire, perchè il terzo aveva i baffi."…

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