Le Abbazie sviluppatesi in Piemonte a cavallo dell'anno mille, oltre alle due principali della Novalesa e
di San Michele della Chiusa, furono molteplici e di variegata origine e provenienza.
Tra le principali ricordiamo: quelle di San Dalmazzo di Pedona e di Villar San Costanzo, del periodo Longobardo; San
Giusto di Susa e Santa Maria di Caramagna degli Arduinici; Santa Maria di Cavour e Santo Stefano d'Ivrea, di
origine vescovile; San Benigno a Fruttuaria, ad opera del monaco Guglielmo di Volpiano.
La Novalesa fu fondata ad opera dei Franchi nei primi decenni del 700, ai piedi del valico del Moncenisio.
Dotata di solide basi patrimoniali e di ampia autonomia dal potere dei vescovi, l'abbazia ebbe una crescita vertiginosa
divenendo ben presto una delle più potenti e popolari.
Distrutta dai Saraceni intorno al decimo secolo, essa fu ricostruita a San Pietro di Breme.
L'abbazia di San Michele della Chiusa, situata sulla vetta del monte Pirchiriano a strapiombo sulla valle
della Dora Riparia, è stata dichiarata nel 1994 monumento simbolo del Piemonte.
Essa fu fondata intorno all'anno Mille da Ugo d'Alvernia, in collaborazione con altri importanti personaggi dell'epoca e
con la protezione dell'imperatore Ottone III e di papa Silvestro II.
La sua posizione strategica, proprio sulla strada Francigena che attarverso il valico del Moncenisio collegava l'Italia
all'Europa meridionale favorì la crescita di un vastissimo patrimonio: i beni dell'abbazia (monasteri, priorati, beni
fondiari) andavano dalla Catalogna a ridosso dei Pirenei, attraverso tutta la Francia meridionale, Svizzera ed Italia
sino al Gargano.