Gli Acaia fecero erigere un sepolcro come tomba di famiglia in una cappella della Chiesa di San Francesco a Pinerolo. Quando, secoli dopo,
essa fu demolita e sostituita da un convento, i resti dei membri di Casa Savoia furono solennemente traslate nella Chiesa di San
Maurizio a fine Ottocento.
La successione a Giacomo fu molto controversa. Entrato in contrasto col figlio Filippo, di fatto lo diseredò togliendogli il diritto di
primogenitura. Ma alla sua morte, nel 1367, Filippo si ribellò ed assoldata una banda di briganti si dedicò al saccheggio di varie
località del Principato.
Intervenne allora la casa Sabauda, e Filippo fu arrestato, accusato di tradimento ed imprigionato, uscendo rapidamente dalla scena
politica piemontese.
I domini piemontesi passarono dunque ad Amedeo VII, investito dei poteri dal Conte Verde, che a lungo gli impose la propria tutela.
Lui ed i suoi successori proseguirono una politica filo-sabauda, sostenendo spesso gli interessi dei Savoia in Piemonte nei contrasti
con i due potenti marchesati di Saluzzo e del Monferrato.
Nel dicembre del 1418, con la scomparsa prematura di Ludovico, senza testamento, si estingue il ramo degli Acaia, e tutti i relativi
possedimenti vengono inglobati nel ducato Sabaudo.
Ben presto Pinerolo, che nel nuovo ducato più ampio ha ora una posizione periferica, cessa di essere capitale, ed il ruolo centrale
di governo si sposta pian piano verso Torino, che conserverà a lungo nei secoli tale privilegio.