Fino agli inizi del Quattrocento i contadini risiedevano quasi esclusivamente ai bordi dei centri urbani, con relative
stalle e magazzini.
Ogni mattina e sera dovevano percorrere spesso vari chilometri a piedi per andare e venire dal loro
posto di lavoro, nelle adiacenti campagne.
In seguito al grande processo di ristrutturazione ed accorpamento delle proprietà, riunite ora in grandi possedimenti molto estesi,
nel corso del secolo si cominciò gradualmente col costruire, direttamente al centro dei grandi poderi, tettoie per il riparo dei
raccolti e per il ricovero notturno degli animali, spesso sfruttate, almeno nel periodo estivo, dagli stessi contadini.
Gradualmente tali ricoveri vennero ampliati e migliorati, arrivando alla costruzione di veri e propri nuclei abitativi, con
adiacenti le stalle ed i magazzini, cantine, forni e tutto quanto può servire per condurre una vita autonoma.
Nacquero così le "cascine".
Verso la fine del secolo prende anche piede la forma di contratto mezzadrile, già in uso da alcuni secoli in altre regioni,
come la Toscana.
Tali contratti prevedevano l'affidamento della terra da parte del proprietario al mezzadro, un contadino che si impegnava a
condurre la coltivazione e far fruttare i terreni versando la metà del ricavato al proprietario stesso.
Nonostante questa forma di affidamento fosse più onerosa rispetto a quelle precedentemente in uso, alla fine il ricavato del
mezzadro era più che buono, grazie alla partecipazione alle spese da parte del proprietario, che altresì concedeva in uso
l'intera cascina, abitazione, stalla e magazzini, senza canoni specifici.