Alla morte del Conte Verde, nel 1383, gli succede il figlio Amedeo VII, il Conte Rosso, ma, secondo le disposizioni testamentarie,
con l'usufrutto e reggenza di Bona di Borbone, moglie del Conte Verde.
Il regno ereditato dal padre è abbastanza saldo ed il conte Rosso proseguirà con le mire espansionistiche ed una accorta
politica di alleanze, anche se la sua morte prematura sarà fonte di notevoli problematiche nella successione e stabilità
dei possedimenti.
Dopo una alleanza con i vicini Visconti, egli intraprese una spedizione contro Nizza che fu inglobata nei regni sabaudi
nel 1388, garantendo finalmente il tanto ambito sbocco al mare.
Unica crisi importante che Amedeo VII fu costretto ad affrontare durante il suo regno fu la rivolta dei 'tuchini', nel
canavesano, ancora oggi rievocata nel Carnevale di Castellamonte, in provincia di Torino.
Ad appena 31 anni il Conte Rosso morì nel 1391 in seguito, probabilmente, all'infezione ed al conseguente tetano provocato
da una brutta caduta da cavallo.
Le conseguenze furono caotiche: si andò avanti per anni a fare processi che, anche con i mezzi di tortura, miravano a
dimostrare come il Conte fosse stato deliberatamente avvelenato, con la complicità della madre.
Ma alla fine le accuse caddero, grazie anche all'arbitrato del re di Francia, e fu eletto erede il figlio Amedeo VIII,
che grazie alle abili manovre dei duchi di Berry e di Borgogna, salì ufficialmente al potere, senza tutela nè reggenza,
essendo dichiarato maggiorenne ad appena 10 anni.