Nella seconda metà del Duecento il Piemonte conobbe la prima dominazione angioina. Il capostipite Carlo, in seguito
alla morte del padre, si trovò a capo di vasti possedimenti nel sud della Francia, in Provenza, confinanti col Piemonte.
Dopo la morte di Federico II, Carlo d'Angiò fu invitato dal Papa ad impossessarsi del Regno di Sicilia, per
contrastare il potere dell'Impero. Per tale impresa era essenziale ottere il diritto di passaggio attraverso il Piemonte meridionale.
L'opportunità si presentò verso il 1256 quando il conte di Ventimiglia, allora in lotta contro il comune di Genova, chiese
l'aiuto di Carlo concedendogli la sovranità sulle sue terre che comprendevano tutta la valle di Tenda.
Ben presto molti comuni, come Cuneo, Alba, Savigliano e Mondovì, minacciati continuamente dalle mire
espansionistiche di Asti e dei marchesati di Saluzzo e Monferrato, seguirono il suo esempio facendo dedizione a Carlo
ed estendendo l'influenza degli angioini in Piemonte.
Negli anni successivi il dominio angioino in Piemonte si rafforzò con la conquista di Torino ed Alessandria. Ma
l'interesse di Carlo era volto altrove, al consolidamento del suo potere nell'Italia meridionale e nel tentativo di
riconquistare l'impero latino d'Oriente.
Per questo quando nel 1271 il comune d'Ivrea gli fece atto di dedizione scatenando la costituzione di una forte
lega anti-angioina, la sua reazione fu piuttosto debole.
Dopo alcune sconfitte di poco rilievo, nel 1275 si arrivò alla decisiva disfatta di Roccavione che di fatto portò alla
fine della prima dominazione angioina del Piemonte.