Grazie alla sua posizione geografica, il Piemonte ha svolto una importante funzione di passaggio che
ha stimolato la formazione di un vivace ceto mercantile, attivo per vari secoli tra l'Italia e l'Europa.
Sin dal X secolo il Piemonte garantiva il contatto tra il mondo bizantino e quello occidentale, col
transito di varie merci quali tessuti pregiati, profumi, cannella, pietre preziose. Altra fonte di
mercanzia era la produzione e lavorazione locale di panni di lana e fustagno.
Il centro di transito principale era Asti, di cui ricordiamo l'importante famiglia degli Asinari. Essi
furono mercanti e banchieri ed operarono in molte città del Piemonte, ma anche all'estero a Ginevra,
Friburgo, Orleans ed in Germania. Altra potente famiglia di Asti è quella dei Cacherano, che possedeva
anche il rarissimo diritto di battere moneta.
Ad accelerare il processo dei mercati contribuì anche il notevole aumento della produzione, specie grazie
alla sistematica politica di sfruttmento applicata dai monasteri. Contemporaneamente nacquero varie fiere, come
quelle di Vercelli, Biella, Ivrea, Alessandria, che però non raggiunsero mai una fama internazionale,
come le contemporanee fiere di Campagne, ben frequentate anche dai mercanti piemontesi.
Oltre ad Asti, naturale via tra Genova e la Francia, altra importante via di comunicazione verso la
Provenza fu Cuneo, attraverso la valle Stura. Gli itinerari dei mercanti non erano fissi, ma potevano
subire variazioni a causa di inondazioni, frane, guerre. Lungo il loro passaggio erano sottoposti al
pagamento di pesanti pedaggi, ed i loro viaggi erano spesso insidiati da frequenti assalti dei briganti.
Nel corso del Duecento, i mercanti si riunirono in corporazioni, dotate di statuto, che controllavano
l'esercizio della professione e ne tutelavano i diritti.
Nel corso del XIII secolo molti mercanti variarono la loro attività trasformandosi in banchieri. Prestito,
cambio ed usura erano attività ben tollerate dalle autorità locali ed ebbero un notevole sviluppo, grazie
anche alla crisi economica diffusa. La crescita dei banchi di pegno, detti "tavole" o "casane" fu costante
fino all'inizio del Quatrtocento, quando furono gradualmente sostituiti dai Monti di Pietà.