Con la morte di Giovanni I nel 1305 si estingue la dinastia dei marchesi di Monferrato di origine aleramica e si apre un momento
di crisi per la successione, anche se il suo testamento è chiaro: il successore designato è Teodoro Paleologo, figlio di Violante
di Monferrato, sorella di Giovanni, e dell'imperatore bizantino.
Nei mesi successivi si ha un periodo di reggenza di un gruppo di governatori, tra cui Manfredo di Saluzzo, lontano parente del
marchese, che mira ad inglobare il Monferrato.
Viene indetto, dallo stesso Manfredo, un Parlamento generale di tutti i vassalli per deliberare una rappresentanza da inviare
a Bisanzio per offrire a Teodoro la reggenza del marchesato.
Questa novità della riunione di un parlamento è di notevole importanza politica. Negli anni seguenti, infatti, il parlamento
diventa un organo stabile ed effettivo, riunito almeno una volta all'anno (ben di più in caso di guerra) per deliberare in
accordo col marchese i tributi e le armate militari.
L'investitura di Teodoro Paleologo provocò una serie di conflitti ed il suo potere venne riconosciuto solo nel 1311, grazie
all'intervento diretto dell'imperatore Enrico II.
Negli anni successivi i Paleologi rafforzano pian piano la solidità del loro piccolo marchesato. A questo proposito fu molto
importante la vittoria riportata nel 1345, presso il castello di Gamenario, sugli Angiò, che di fatto determina la fine del
potere angioino in Piemonte.
Una figura di spicco di questi anni è il condottiero Facino Cane, nato nel 1360 da una nobile famiglia casalese. Per alcuni
anni egli servì il Monferrato con diverse incursioni nelle terre dei Savoia e degli Acaia, facendosi le ossa per gli anni
futuri, in cui passò al servizio dei Visconti iniziando una rapida ascesa che lo portò, di fatto, al controllo del ducato milanese.