Il Piemonte, regione italiana confinante con Francia e Svizzera, è forse una delle zone italiane in cui maggiormente si
fece sentire l'influenza dei paesi confinanti.
La sua particolare geografia, ai piedi delle Alpi, ne fece territorio
ambito da molte potenze come chiave d'accesso in Italia. In particolare, la Francia più volte cercò d'impossessarsi
della regione.
Furono i Savoia, comunque francesi, a riuscire a dominare sul Piemonte a partire dal XVI secolo: da quando Emanuele
Filiberto di Savoia spostò la capitale da Chambéry a Torino la dinastia prese le redini della storia piemontese mantenendo
il dominio sul ducato prima e sul regno poi fino alla unità d'Italia.
La regione che oggi viene chiamata Piemonte (letteralmente ad pedem montium, ossia ai piedi dei monti) fu abitata
fin dall'età neolitica, dopo lo scioglimento dei ghiacci in alta Val Padana; nel I millennio a.C. fu occupato dalle
popolazioni celtiche o liguri dei Taurini e dei Salassi, che vivevano di pastorizia ai piedi delle montagne o di pesca
lungo i grandi corsi d'acqua.
I Taurini erano un antico popolo celtico (talvolta definito dagli antichi celto-ligure), che occupava la valle del Po,
proprio al centro dell'attuale Piemonte. Secondo Polibio, la loro capitale si chiamava Taurasia, ma non è ancora stato
possibile indicare archeologicamente la sua esatta posizione, anche se la si suppone nello stesso stanziamento della
Torino odierna.
Sia Tito Livio sia Strabone riferiscono che il territorio dei Taurini comprendeva anche i passi delle Alpi.
Nel 218 a.C. furono attaccati da Annibale, con i cui alleati gli Insubri erano da tempo in guerra, e la loro città
principale fu conquistata dopo un assedio di tre giorni.