Tra i propositi di Emanuele Filiberto, dopo il rientro in possesso dei suoi Stati nel 1559, vi era anche quello di ricomporre
la famiglia reale, suddivisa in vari rami secondari, alcuni dei quali ebbero un ruolo di rilievo, altri molto secondario, e che
in parte erano più filo-francesi che sabaudi.
I rami principali erano quelli di Nemours e di Tenda, cui si aggiungono i rami piemontesi dei Collegno, Racconigi e Busca.
Il ramo dei Nemours prende vita da Filippo di Savoia, secondogenito del duca Filippo II, che quando alla nascita di figli maschi
eredi di Carlo II vede sfumare il suo diritto al trono, decide di sposare Carlotta d'Orleans, ottenendo la Contea di Nemours,
una delle più ricche di Francia.
Un percorso analogo fu seguito dal suo fratellastro Renato, che agli inizi del secolo sposò Anna di Tenda, i cui feudi
comprendevano anche i territori piemontesi di Limone e Vernante.
Sia i Nemours che i Tenda ebbero rapporti amichevoli e di vassallaggio con la Francia, cui erano ormai molto più legati
rispetto al ducato Sabaudo.
Tra i rami italiani, quello di Collegno e quello di Busca erano del tutto secondari e di fatto non hanno mai partecipato
direttamente alla vita politica del ducato. I Racconigi invece ebbero vari esponenti di spicco, alcuni di essi con
incarichi militari e diplomatici di un certo rilievo.
Tra le curiosità ricordiamo che una parte dei Racconigi, capitanata da Filippo, ad un certo punto si schierò coi i francesi,
mentre tra i Nemours Giacomo partecipò attivamente alla organizzazione di varie spedizioni, senza successo, contro Ginevra.
Nel corso del Cinquecento avviene una progressiva estinzione di tutti questi rami, col ritorno dei possedimenti al ducato di
Savoia, ad eccezione dei Nemours, ormai sempre più legati dal vassallaggio nei confronti della Francia.