In questo capitolo approfondiamo alcune delle residenze sabaude che fiorirono nel Seicento come corona di delizie
(profumi, colori, luoghi di caccia e divertimento) in Torino ed intorno alla capitale del ducato.
Vennero costruite generalmente sulla riva di un fiume (Mirafiori sul Sangone, il Valentino sul Po, Regio Parco
sulla Dora) ed il loro punto di forza era il parco-giardino con boschetti, l'immancabile labirinto, piscine, grotte
e fontane.
Erano luoghi ameni che spesso si animavano di feste e rappresentazioni ed erano circondate dalla foresta, indispensabile
per le battute di caccia, cui partecipava tutta la corte ed alle quali spesso venivano invitati i monarchi europei e gli
ambasciatori.
In genere si trovavano in punti strategici, sulle strade di grande comunicazione, collegate alla capitale con grandi
viali. Erano anche il luogo ideale per l'educazione dei rampolli, e luoghi di fuga in occasione delle grandi
pestilenze.
La reggia di Mirafiori fu fortemente voluta dalla moglie di Carlo Emanuele I, la spagnola Caterina d'Asburgo. La direzione
dei lavori, iniziati a cavallo tra '500 e '600, fu presa dal Castellamonte, ma la costruzione della reggia, come quasi
tutte le altre, non fu mai completamente terminata.
Posta sulla scarpata del Sangone, fu abitata quasi esclusivamente da Caterina, in quanto il duca era sempre impegnato
nelle guerre, e fu trascurata anche dai successivi sovrani, sino a decadere completamente sul finire del '700.
Il palazzo del Viccobone, nel Regio Parco, fu progettato da Ascanio Vitozzi e da Carlo di Castellamonte. Il grande
parco aveva cinque viali a tema dedicati alle virtù.
Ricordiamo il viale della letteratura, con iscrizioni e motti, quello della scienza, con almanacchi, globi, strumenti
di misura, e quello della teologia, con nicchie e statue sacerdotali.
Dopo la morte del duca Vittorio Amedeo I, nel 1637, la reggia venne trascurata e nel corso di un assedio ad inizio
del '700 subì danni irreparabili.
Il Valentino, acquistato dai Savoia a fine '500, ebbe il suo massimo splendore con Maria Cristina di Francia che
ne prese possesso appena sposato Vittorio Amedeo I.
Diventata reggente al trono nel 1637, Maria Cristina fece fare vari lavori di trasformazione al Valentino e lo
trasformò secondo i suoi gusti, alla francese. Lì riceveva gli ambasciatori ed organizzava feste ed intrattenimenti.
Dopo la sua morte fu abbandonato, anche dalla corte ormai interessata alla nuova costruzione della grande Venaria
Reale. Nel parco, nei secoli successivi, furono costruiti l'Orto Botanico ed il Borgo Medioevale.