A fine Duecento Manfredo IV eredita dal padre Tommaso un Marchesato di Saluzzo in ottime condizioni, con un dominio che nel corso
dei decenni si era ampliato e, specialmente, consolidato.
Durante il Trecento, invece, si assisterà ad un progressivo decadimento, tanto che a fine secolo ci troviamo di fronte ad un
principato territorialmente ridotto, minacciato da più parti e con un'autonomia limitata.
Tra le cause principali troviamo la grave crisi dinastica che a partire dal 1321 sconvolse il marchesato col conflitto tra i due
figli di Manfredo IV, Federico e Manfredo, nati dai due diversi matrimoni del marchese.
Di notevole importanza sono anche i problemi legati alle scarse entrate finanziarie, a causa sia della mancanza nel marchesato
di una vera a propria città, sia per la sua posizione del tutto ai margini delle principali vie di comunicazione.
Gli scontri tra i contendenti alla successione, tra assedi ed alterne alleanze varie, si protrassero per molti anni, sino a giungere ad una situazione più
tranquilla solo nel 1375, quando Federico giura fedeltà al Delfino, sottomettendogli l'intero marchesato, garantendosi così,
per i successivi quarant'anni, la sua protezione.
I rapporti con la Francia diventano ancora più saldi nel 1390 quando il marchese manda a Parigi Tommaso, il figlio primogenito,
per un lungo soggiorno formativo.
Tommaso, dopo alcune sfortunate campagne militari, diventerà marchese alla morte del padre, nel 1396, e proseguirà l'opera di
consolidamento dei rapporti coi francesi, effettuando diversi viaggi a Parigi nei primi anni del Quattrocento.
Tommaso III è un principe scrittore, autore di un lungo romanzo in versi: "Le Chevalier Errant". Il romanzo, pur essendo di
scarsa diffusione, ebbe una notevole influenza sulla cultura piemontese del tardo Medioevo. Il romanzo è una allegoria della vita
cortese e narra le avventure di un giovane cavaliere e le sue esperienze al seguito progressivo del dio Amore, della signora
Fortuna e, infine, della signora Conoscenza.