Nella politica di espansione dei Savoia in Piemonte, assume particolare rilievo la conquista di
Torino nel 1280, che segna una sorta di svolta nella storia della famiglia: a partire da quel
momento, infatti, il destino della città si legò in modo pressochè stabile a quello della
dinastia sabauda.
A dire il vero i Savoia avevano conquistato Torino già altre due volte in passato, nel 1131 e nel
1248, ma entrambe le dominazioni erano state di breve durata ed erano terminate malamente con la
cacciata del conte dalla città.
La ribellione del 1255 era stata particolarmente cruenta, tanto che Tommaso II fu sconfitto ed a
lungo imprigionato dai torinesi.
Dopo la cacciata dei Savoia, Torino
non rimase comunque una città libera, anzi passò di continuo
sotto l'egemonia di potenze diverse, tanto che alla nuova e definitiva venuta della dinastia sabauda,
la sottomissione fu piuttosto indolore, trattandosi semplicemente del passaggio da una dominazione
all'altra.
Nel Trecento, Torino era una piccola città, meno importante di grandi comuni come Asti e Vercelli;
anche geograficamente si trovava ai margini del dominio sabaudo; ma la sua conquista da parte dei
Savoia fu molto importante come base di spinta per la loro espansione in Piemonte.