L'eredità lasciata da Carlo Emanuele I era così pesante, specie a livello di concessioni di diritti e proprietà
demaniali, che suo figlio e successore Vittorio Amedeo I tentò addirittura di liberarsene con un atto formale
di rinuncia, che però non fu possibile concretizzare.
Durante il suo breve regno, durato circa 7 anni, Vittorio Amedeo I cercò, senza del tutto riuscirci, di voltare
pagina rispetto alla megalomania paterna, riducendo al minimo gli impegni militari e cercando di riformare e
dare maggior stabilità al ducato.
Intanto, la fine della grave epidemia di peste consente un lento ritorno alla normalità, mentre la pace di Cherasco con
l'intermediazione del Mazarino porta alla conclusione della seconda guerra del Monferrato.
L'accordo con la Francia porta, dietro alla pesante rinuncia della piazzaforte di Pinerolo che passa ai francesi,
l'assegnazione di 74 località del monferrato, tra cui le principali Trino ed Alba. In seguito ad alcuni
rimaneggiamenti le provincie sabaude passeranno così da 12 a 18.
Nel 1632 con la nascita del primogenito Francesco Giacinto, in seguito anche alla rivendicazione da parte dei Savoia
del Regno di Cipro, Vittorio Amedeo annunciò che da allora in poi i duchi di Savoia avrebbero assunto il titolo di
"altezza reale", pur senza il formale avvallo da parte dell'imperatore.
La sua consorte, Cristina di Francia, potè così assumere l'ambito appellativo di "Madama Reale", ma si creò una lunga
rottura diplomatica dei rapporti con Venezia, che a sua volta si titolava "regina di Cipro".
Le riforme operate da Vittorio Amedeo riguardarono in particolare il sistema fiscale e monetario. Di particolare
importanza fu le reintroduzione come moneta circolante della lira da 20 soldi e la reintroduzione delle gabelle
sul consumo dei generi di prima necessità.
In politica estera, con l'intensificarsi della guerra dei Trent'anni, il Piemonte è costretto a schierarsi, ed a
conclusione dei negoziati del 1635 la corte sabauda si schiera a fianco dei Francesi. Ma ben presto, sia il principe
Tommaso che il cardinale Maurizio, fratelli di Vittorio Amedeo, si pongono al servizio degli Spagnoli.
Nel luglio del 1635 i savoia entrano ufficialmente in guerra e, dopo alcuni contrasti col capo del contingente
francese, riportano l'anno successivo un paio di vittorie, peraltro non determinanti.
Nel 1937 durante un banchetto tra Vittorio Amedeo, il maresciallo francese Crequi ed altri generali, il duca di Savoia
ebbe un malore che lo portò ben presto alla morte. La morte fu piuttosto sospetta e portò al governo il primogenito
Francesco Giacinto, di appena 5 anni, sotto la reggenza della Madama Reale.