Mio amore nascosto,
sperato, sofferto,
finalmente raggiunto;
son sparite le barriere
e libera è la strada
che porta a te.
Ma non è pace nel mio cuore
e tu resti lo stesso lontana.
Non ami un selvaggio,
il tuo cuore è già aperto
ad amori più fini
a me doni soltanto odio, ribrezzo,
forse compassione.
Sei mia, ma non ti voglio,
non voglio ferirti
ti lascio l'orgolio, ma sappi
selvaggio non sono,
e il mio cuore buono
rinuncia all'amore tuo negato
lasciandoti libera,
relegando però me
nel nulla assoluto
che mi avvicina alla morte.
Ottobre 1984. Questa è una delle poche poesie scritte nella mia vita non per reale ispirazione, ma fatta su commissione, su richiesta di me stesso.
Mi serviva infatti una poesia per uno dei miei racconti, ed allora l'ho scritta appositamente. Il racconto in questione è 'Tron il selvaggio' e parla della vita di un selvaggio uomo dei boschi che si innamora perdutamente di una bellissima ragazza.
Ovviamente la ragazza è irraggiungibile, almeno per l'abisso di condizione sociale che li separa. Ma un gravissimo avvenimento che rischia di gettare nella polvere la ricchissima famiglia della ragazza, offre a Tron la possibilità di conquistarla.
Ovviamente Tron ci riesce, ma alla fine rinuncerà ad averla in quanto si rende conto che lei comunque non lo ama e lo sposerebbe solo per mantenere le promesse fatte.
Un giorno sicuramente inizierò la pubblicazione dei miei racconti, così potrete capire meglio questa storia.
Pubblico questa poesia molto volentieri in quanto, nonostante sia stata un po' forzata, a distanza di tempo mi rendo conto che rappresenta perfettamente la mia personalità: un uomo un po' selvaggio che ama le donne ma che rispetta così tanto le loro vacue aspirazioni e non forza mai gli eventi, tanto da meritarsi un chiaro destino di eterna solitudine.