Salirò sulle vette più alte
per avvicinarmi al sole
e lascierò che i caldi raggi
s'impadroniscano di me
trapassino la mia pelle
e mi brucino tutto
lasciandomi come un'aragosta
nero, nero, nero...
Questa poesia è stata scritta nel giugno del 1984, quasi in contemporanea con "Sensazione", pubblicata qualche mese fa.
Rappresenta l'anelito del mio animo alla isolazione, alla ricerca della pace assoluta dei posti lontani dalla normale folla e confusione.
Quel salire più in alto rappresenta l'avvicinarsi a Dio, e quell'abbandono totale ai raggi del sole indica il totale abbandono nelle mani di Dio.