Il cuore invisibile
palpita ancora;
pian piano,
ma vive.
Tanti lo credono
morto,
tanti lo vogliono
morto.
Eppur vive
e con lui vive
l'ultimo
dei cavalieri solitari.
Questa è una poesia di marzo 1987, in un periodo molto triste in cui vedo tutte le mie convinzioni in bilico ed aumenta la paura di non saper più come affrontare il futuro. Di seguito riporto alcuni commenti di allora che accompagnavano la poesia e che aiutano a capire ancor meglio il mio frustrato stato d'animo.
…molti altri amici ed amiche stanno cadendo sempre più in basso e si allontanano da me, sempre più solitario, sempre più solo. E la solitudine gonfia scoppiando a volte in me la voglia di cambiare, di adeguarmi…
...parte una lacrima, ma non arriva mai: ormai sono abbastanza duro e solo il vento, o il fumo e la stanchezza possono farmi lacrimare, non la durezza, la rabbia, il dolore, la paura…