Misterioso futuro
aleggia
intorno a me.
Svaniscono sogni,
disciolti, anche in lacrime;
progetti bruciano, lentamente;
la fiamma del destino
non risparmia nulla.
Eppure continuo
a far castelli in aria,
finchè qualcuno
risulterà leggero,
e non cadrà in mille pezzi,
come tanti altri.
Sarà il mio castello,
la mia reggia,
per tutta la vita;
dolce dimora
divisa con la mia metà,
se mai ve ne sarà una,
se mai almeno Amore
riuscirà a fare di me
un vero uomo.
Questa poesia è di aprile 1986, e riflette un altro brutto e triste momento della mia vita. Ho appena scoperto che uno dei miei discepoli ha ottenuto un buon posto di lavoro presso una società cui avevo scritto anche io e che non mi aveva considerato affatto.
Non è la prima volta: sembra ormai uno standard che persone che mi ritengono un maestro, amici che mi chiedono aiuto e consiglio, poi mi passano davanti; e non solo nella vita lavorativa.
Come scrissi allora: "…magari pur pensando di essere un grande, non lo sono mai stato; oppure ero grande ma non lo sono più, e tutti se ne sono accorti tranne me…"
Ma la crisi passa in fretta, ed io procedo con la mia strada: da allora ho avuto ancora parecchie delusioni, ma non importa; con l'avanzare dell'età si diventa un po' più accorti, ma io continuo a non negare una mano a chi ne ha bisogno, anche se ciò spesso poi gioca a mio sfavore…