La stupidtà è un fatto relativo
ma fa soffrire;
l'amore è un'altra cosa
e fa gioire.
Un amore stupido fa giore e soffrire,
ma gioire poco e soffrire troppo;
meglio morire.
Siamo a luglio 1984, periodo militare. Un amore appena nato ha già tutti i sintomi di stanchezza e di sfacelo, e si mette anche il destino contro.
Lei è in ferie, a Cuneo; io stò per andare in licenza a casa mia, avendo quindi l'opportunità di vederla al di fuori del solito ambiente, e comunque di vederla.
Per motivi burocratici la licenza arriva in ritardo, e quando sono a casa lei stà già tornando sul Beigua. Passo una licenza bruttina, in cui me la prendo con tutti, famigliari ed amici. Finalmente si torna in caserma.
A genova non mi mandano subito sul Beigua: devo aspettare un giorno, in cui mi danno un permessino e mi faccio un giro a Varazze. Lei è li, in permesso, ma i cellulari non esistevano ancora, io non lo so e non ci vediamo.
L'indomani si torna sul Beigua e parte un periodo di pienone di gente; la vedo raramente, deve lavorare; soffro, l'amore sta finendo…