L'ape sta visitando, uno alla volta, tutti i fiori. Vola come inebriata dal profumo, ma non è distratta. Con la lingua
fatta come un tubetto, succhia il nettare, quella gocciolina dolce che sta nel cuore di ogni fiore.
Con gli uncini che ha in fondo alle zampette si attacca saldamente all'orlo di un petalo; e poi entra
nell'interno del fiore.
Ad ogni fiore essa lascia in dono un poco del polline che rimane attaccato al suo corpo peloso. E il polline
farà nascere dal fiore il frutto.
Intanto l'ape continua il suo lungo viaggio. Ogni tanto raccoglie con le zampette anteriori il polline rimasto
sul suo corpo e lo deposita in quelle specie di cestelli che ha sulle zampe posteriori.
Terminata la raccolta, sarà pronta per il ritorno.
Quando, finalmente, l'ape torna all'alveare, non si riposa. Con le compagne, si rimette al lavoro.
Il nettare
sta per diventare miele. Le api lo depongono, con il polline, in tante stanzine fatte di cera: fanno la scorta
per l'inverno. Ma non vi sono pause perchè la vita dell'ape è breve.