In varie località del Piemonte la 'partenza del Crociato' per la Terra Santa ha costituito per lungo tempo un vanto
delle memorie locali.
In effetti parecchi piemontesi partirono aggregandosi agli eserciti che i vari principi
conducevano verso l'Oriente, ma pochi di loro raggiunsero effettivamente la meta.
Tra i signori piemontesi un ruolo significativo fu svolto dai marchesi del Monferrato, della famiglia degli Aleramici,
e, anche se in misura minore, dagli stessi Savoia.
La prima testimonianza sicura risale alla Seconda Crociata (1147-1149) in cui Amedeo III di
Savoia conte della
Moriana ed il marchese Guglielmo V di Monferrato si aggregarono all'esercito francese di re Luigi VII. Essi
raggiunsero il re, scendendo lungo l'Italia ed imbarcandosi a Brindisi, presso Costantinopoli.
Per raggiungere Gerusalemme, re Luigi col suo seguito decise di tentare la dura strada delle montagne. Fu proprio durante
la traversata di uno dei passi che l'avanguardia, guidata da Amedeo III, zio del re, anzichè fermarsi sul passo per
garantirne la sicurezza, proseguì la marcia distanziandosi troppo dal grosso dell'esercito, il quale venne attaccato
dai turchi mentre era impegnato in passaggi impervi, e fortemente decimato.
Superata l'imboscata, la marcia proseguì verso la Siria. Amedeo di Savoia, però, provato dalla durissima marcia e
gravemente malato, dovette fermarsi a Cipro, ove si spense il primo aprile del 1148.
Guglielmo di Monferrato, invece,
proseguì e fu tra i partecipi all'assalto di Damasco, che terminerà con la sconfitta e ritirata dei Cristiani.