Nel XII secolo il potere dei Savoia in Piemonte era piuttosto limitato: oltre ai domini francesi della Savoia e della Moirana,
infatti, il controllo italiano era limitato al passo del Moncenisio ed alla alta valle di Susa.
La stessa Torino era indipendente e sotto un governo vescovile. Bisogna anche dire che Amedeo III, allora al governo,
aveva spostato i suoi interessi piuttosto in oriente, ove partecipò alla Seconda
Crociata, con esito disastroso,
muorendo a Cipro.
Il suo successore, Umberto III, riuscì a sfruttare al massimo il controllo del valico del Moncenisio, che in quel periodo
era il più importante delle Alpi occidentali, traendone vari benefici.
Come nel 1168, quando in fuga da una delle sue campagne in Italia, Federico il
Barbarossa fu costretto
a cercare di tornare con le sue truppe in Germania attraverso le Alpi occidentali. Umberto costrinse l'imperatore ad una lunga
trattativa, ottenendo varie concessioni e dando inizio ad un periodo di alleanza.
Ma verso la fine del secolo, preoccupato dalle mire espansionistiche dei Savoia, l'impero si schierò piuttosto in favore del
vescovo di Torino, da sempre in contrasto con i Savoia.
I Savoia riuscirono comunque a rafforzarsi costantemente, grazie anche alla fitta rete di relazioni, anche internazionali,
strette tramite legami parentela; basti pensare per esempio alla serie di mogli di Umberto III: Faidiva di Tolosa, Gertrude
di Fiandra, Clemenza di Zahringen e Beatrice di Macon...