Tra gli eredi della dinastia degli Aleramici,
nei primi anni del XII secolo Manfredo, figlio del marchese
Bonifacio del Vasto, inizio ad interessarsi particolarmente del Saluzzese, partecipando con generosità
alla fondazione delle abbazie cistercensi di Staffarda e Casanova.
A quei tempi, il suo potere non era molto dissimile dai vari signorotti locali, come quelli di
Verzuolo
o di Revello, con cui veniva a contatto, ma il suo patrimonio e potere erano decisamente più elevati della media.
Nel periodo delle campagne di Federico il Barbarossa in Italia, Manfredi strinse con l'imperatore dei
patti d'alleanza. Fu proprio grazie agli insegnamenti di Federico e della sua corte che Manfredi rinnovò
strategicamente il suo potere nel saluzzese, impostando un sistema di vassallaggio con tutte le principali
signorie del posto.
Tramite la pratica del 'feudo oblato', molte dinastie, come quella di Verzuolo, donarono i propri beni
a Manfredi, che subito dopo li riconcedeva loro sotto forma di feudo; in questo modo l'assetto
apparentemente non cambiava, ma Manfredi si assicurava un appoggio sempre maggiore da parte dei suoi
feudatari.
Nel 1175, alla morte di Manfredo gli successe suo figlio, Manfredo II che fu il primo a fregiarsi
ufficialmente del titolo di Marchese di Saluzzo.
Egli non risiedeva stabilmente a Saluzzo,
ma amava esercitare il potere muovendosi nelle varie parti del
territorio, cui facevano capo diversi castelli come quelli di Verzuolo, Racconigi, Revello e Carmagnola.
Manfredi II regnò a lungo, per circa quarant'anni, e sotto di lui il marchesato si rinforzò ed allargò
ulteriormente i suoi confini, in particolare nelle langhe, ove venne assorbito l'importante castello, e relativo
borgo, di Dogliani.