Gli Aleramici furono una potente famiglia feudale piemontese che arrivò a governare il Monferrato,
Saluzzo,
parte del Vercellese ed i comitati di Acqui e di Savona.
Capostipite della famiglia fu Aleramo, che ottenne grande
prestigio alla corte di Ottone I, diventando funzionario imperiale e marchese dal 967.
Suo padre Guglielmo era già
conte nei primi anni del X secolo e, pur essendo un fedele di Rodolfo, re di Borgogna, doveva risiedere in
Piemonte già da lungo tempo.
Gli Aleramici avevano le basi del loro patrimonio fondiario nel piemonte meridionale, in una delle zone meno
popolate della regione subalpina, ricca di terreni incolti e di boschi.
Anche durante i loro successivi tentativi di
espansione, essi privilegiarono sempre le zone meno popolate, che sfuggivano alle possibilità di controllo di vescovi
potenti ed agguerriti come quelli di Savona e di Vercelli.
Dopo la morte di Aleramo, la famiglia venne divisa in un gran numero di rami secondari, tra cui i principali sono
quelli nati dai due figli di Aleramo: Oddone ed Anselmo.