Nel corso del Trecento nei contrasti tra i vari signori che si contendevano i domini in Piemonte si inserì prepotentemente
un nuovo pretendente: i Visconti di Milano.
I Visconti sentivano la necessità di assicurarsi il controllo delle strade principali fino ai passi alpini e, se possibile,
conquistare, tramite Genova, uno sbocco al mare.
Partendo da Novara e Vercelli, già possedimenti milanesi, le loro prime conquiste, grazie anche ad opportune alleanze con
gli altri contendenti minori, furono, a scapito degli Angiò, Alessandria e, diversi anni dopo, Asti.
L'apice dell'espansione si ebbe verso la metà del secolo quando, in collaborazione con il Monferrato, fu inferto un duro
colpo al potere angioino
in Piemonte: in pochi anni i Visconti si impadronirono di Tortona, Bra, Alba, Mondovì e Cuneo.
Con la morte di Luchino Visconti nel 1349 si chiude il periodo della espansione viscontea in Piemonte, anzi inizia il declino,
favorito anche dalle discordie familiari per la successione.
L'esito fu incerto, tra alti e bassi, sino a fine secolo, ma alla fine, grazie anche alla nascita in più riprese di una lega
piemontese anti-viscontea, i Visconti persero gradualmente tutti i loro possedimenti in Piemonte.
Tra i ricordi della presenza dei Visconti in Piemonte rimane il "Palio dei Borghi" di Avigliana, in cui si ricordano i festeggiamenti
organizzati nel 1389 in occasione del passaggio di Valentina Visconti, figlia di Gian Galeazzo, durante il suo viaggio verso
Parigi per diventare sposa di Luigi, fratello del re di Francia.